Le Celle dei Frati sono pensate per farsi strabiliare da uno dei panorami più sensazionali di una delle città più belle e più importanti del mondo e per cullarsi nella meditazione facendosi calamitare dal loro infinito silenzio.
Dalla vasca ad idromassaggio, posta accanto al letto, è possibile godere dello spettacolare panorama su Firenze.
La Cella dedicata a Fra’ Beato Angelico ha una delle pareti in pietra più lunghe del Castello.
Il letto matrimoniale è posizionato al centro della stanza, per rendere il soggiorno degli ospiti il più possibile romantico e protetto.
La Cella dei Frati numero 3 è dedicata a Fra’ Beato Angelico , al secolo Guido di Pietro, talentuoso pittore e frate domenicano che visse a lungo nel Convento di San Marco di Firenze. Ben presto ottenne la direzione della decorazione pittorica del Convento di San Marco di Firenze alla quale lo assisteva il celebre architetto e scultore Michelozzo.
Assieme rivoluzionarono tutti gli ambienti del Convento, decorando il refettorio, le celle, la chiesa, il chiostro, i corridoi e la sala capitolare. In particolare, in ogni singola cella venne affrescato un episodio della vita di Gesù tratto dal Nuovo Testamento. Gli affreschi del Beato divennero una vera e propria pietra miliare del Rinascimento per la loro immensa capacità espressiva.
Nell’opera del Beato l’apparente semplicità assurge ad armonia assoluta e la luce metafisica ne esalta la trascendenza. Le sue ineguagliabili opere, sparse fra Firenze, i Palazzi Vaticani e la Basilica di San Pietro di Roma, furono frutto della contemplazione e della sua semplice e pura devozione evangelica.
Tutte le opere del Beato trasmettono, a chi le contempla, spiritualità ed emozionante religiosità. Segno inconfondibile è la luce d’oro puro che investe le sue figure dal profondo valore mistico. Per questo il Beato era soprannominato “il frate che dipinge la luce divina”. I suoi dipinti raffigurano la Grazia Divina che salva l’uomo e la loro osservazione, nell’intenzione dell’Artista, doveva rasserenare l’animo dell’uomo. Il Beato dipingeva perseguendo quindi scopi altissimi e con l’intenzione di dare un insegnamento e di contribuire alla salvezza delle anime.