Le Celle dei Frati sono pensate per farsi strabiliare da uno dei panorami più sensazionali di una delle città più belle e più importanti del mondo e per cullarsi nella meditazione facendosi calamitare dal loro infinito silenzio.
All’interno della stanza è possibile rilassarsi nella doccia idromassaggio multifunzionale con cromoterapia.
La Cella dedicata a Fra’ Savonarola ha una doppia finestra e una doppia parete in pietra.
Il letto matrimoniale è posizionato davanti al muro in pietra, per rendere il soggiorno degli ospiti più caldo e accogliente.
La Cella dei Frati n.1 è dedicata a Fra’ Girolamo Savonarola. Originario di Ferrara, si era dedicato in gioventù agli studi di filosofia, musica e medicina ma ben presto si votò allo studio della teologia e alla religione. Giustificò la sua scelta alla famiglia scrivendo di aver visto “l’infinita miseria degli uomini, gli stupri, gli adulteri, le ruberie, la superbia, l’idolatria, il turpiloquio, tutta la violenza di una società che ha perduto ogni capacità di bene…”. Prese i voti dell’ordine domenicano e approfondì i suoi studi teologici fino ad approdare al Convento di San Marco di Firenze, dove passò gran parte della sua vita.
Proprio a Firenze iniziò a predicare “un flagello e un rinnovamento” della classe ecclesiastica, cominciò a predire castighi divini per le efferatezze degli uomini, per i cattivi pastori della Chiesa, e per la classe politica che si lasciava avviluppare dalla corruzione e dal lassismo. Quando a Firenze fu cacciata la Famiglia de’ Medici e proclamata la Repubblica, Savonarola prese parte in maniera profonda alla vita politica del periodo.
Tante e tante volte fu esortato a non occuparsi degli affari dello Stato o della riforma della Chiesa finché prima venne scomunicato dal Pontefice, poi processato per eresia, catturato e condannato a morte per impiccagione. Il 23 Maggio del 1498 venne portato al patibolo in Piazza della Signoria, in cui si era radunata una vera e propria folla e, dopo l’impiccagione, il corpo fu dato alle fiamme e le sue ceneri sparse nell’Arno.