Le Stanze degli Ospiti del Castello di Montalbano sono dedicate ai personaggi che furono Ospiti d’importanza storica del Castello e si ispira, attraverso la scelta dei colori, dei materiali, dello stile degli arredi, delle immagini, agli intrecci delle vite dei suoi più conosciuti e famosi Ospiti con la Storia del Castello.
All’interno della stanza, una grande vasca idromassaggio ad angolo per la coppia, permette di rivivere l’atmosfera della Storia, caldamente avvolti dal movimento dell’acqua.
La Stanza degli Ospiti dedicata a Michelangelo è la più grande del Castello.
Il letto è un matrimoniale che poggia su quattro tronchi di acacia, per esaltare la materia. Sopra il letto, campeggia una riproduzione su tela de “La creazione di Adamo”, affresco centrale della Cappella Sistina.
Questa stanza è dedicata al grandissimo Michelangelo Buonarroti, celeberrimo scultore, pittore e architetto originario dell’aretino. Michelangelo fu uno dei protagonisti indiscussi del Rinascimento e già quand’era in vita fu considerato uno dei più grandi artisti di sempre. In gioventù venne a vivere a Firenze, frequentando dapprima gli scalpellini di Settignano, poi completando la sua formazione artistica presso la bottega del Maestro Ghirlandaio, uno degli artisti fiorentini più famosi dell’epoca, nella quale entrò a dodici anni diventando il più brillante dei suoi allievi.
Lorenzo Il Magnifico della Famiglia de’ Medici, che in quegli anni governava Firenze, accolse in casa il giovane Michelangelo come un figlio per il suo estremo talento, fatto grazie al quale entrò in contatto con tutte le personalità artistiche più importanti del suo tempo. Michelangelo Buonarroti aveva un carattere forte e d’infinita intensità, e non temeva d’andar contro alle convenzioni della sua epoca. Se era il caso, non temeva nemmeno di doversi misurare faccia a faccia e anche scontrarsi con i grandi poteri dei Papi e degli Imperatori di quel tempo, perché era uno spirito libero come deve essere il genio puro.
Le sue opere sono il meraviglioso frutto di una tensione interna incontrollabile, tipica del genio, che lo spingeva continuamente ad osare l’inosabile, a far violenza alle leggi della natura, addirittura a non tenere in conto le pur legittime esigenze naturali del corpo. A questa estrema passione e all’incredibile talento si affiancò sempre l’incapacità di provare soddisfazione per le sue opere, in una tensione costante all’esprimersi al meglio.